venerdì 2 settembre 2011

INQUINAMENTO DELL'ARIA A FIRENZE: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE


Antefatto

Una coltre grigio-giallastra aleggia su Firenze, dalla prospettiva sopraelevata di Fiesole, quasi durante tutto l'anno: pare che l'inquinamento dell'aria ristagni perché la città è adagiata su una conca attorniata di colline ed il vento non è frequente. Immagino i fiorentini come delle cavie ignare, che respirano veleni 24 ore su 24, 365 giorni l'anno. Un esperimento collettivo fatto sulla nostra pelle, i cui effetti magari si vedranno tra vari anni quando i responsabili politici non saranno più perseguibili...

Sono molto preoccupato riguardo all'inquinamento dell'aria in città e da tempo ho l'impressione che questo problema sia largamente sottovalutato non solo da chi ci governa ma anche da buona parte della cittadinanza. In effetti il tema sembra essere stato oggetto di maggior attenzione negli anni passati, mentre oggi appare come passato in cavalleria, nonostante le emissioni siano solamente aumentate.

Si, avverto una certa indifferenza da parte della maggioranza dei concittadini, perfino tra amici e familiari - una sorta di abitudine - forse apatia o rassegnazione. Tanto che a volte mi viene da pensare - sperare, oserei dire - di essere io diventato un paranoico al riguardo.

Ho quindi colto l'occasione del convegno organizzato da perUnaltracittà il 2 Aprile 2011 a Palazzo Vecchio, con l'intervento di Medici per l'Ambiente (distaccamento italiano della International Society of Doctors for Environment), dal titolo "Medicina ed urbanistica, al centro del futuro di Firenze", per verificare di persona e integrare le basi scientifiche di quello che sembrerebbe fin troppo evidente anche solo usando il buon senso. Approfittando del fatto che il convegno vedeva la partecipazione, tra gli altri, di medici di fama internazionale quali Ernesto Burgio e Maria Grazia Petronio.

Con la speranza più intima di scoprire di aver esagerato e peccato di paranoia sul tema. Ecco cosa ho appreso direttamente da questi medici indipendenti e socialmente responsabili, nel giro di un paio di ore.

Introduzione

Un dato abbastanza ovvio: l'inquinamento atmosferico è l’alterazione delle condizioni naturali dell’aria, dovuta, a livello urbano, principalmente a quattro fattori: traffico, impianti di riscaldamento, fabbriche ed inceneritori.

Nell'aria delle città italiane ci sono miscele chimiche cancerogene. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 9% delle morti avvenute in un campione di 13 città italiane in anni recenti erano legate direttamente all'inquinamento. Rabbrividisco nell'apprendere che ci sono rischi non solo sulle persone ma anche a livello genetico: ovvero si possono già prevedere effetti trans-generazionali difficili da quantificare se non nel lungo periodo.

Il fatto è che la struttura molecolare del DNA si altera a contatto con gli inquinanti; e gli effetti di queste alterazioni potrebbero venire alla luce solo sul lungo termine, magari tra 20-30 anni. I Medici per l'Ambiente sottolineano che i bambini sono i più vulnerabili ed esposti agli effetti degli inquinanti: essendo organismi in via di accrescimento, bassi di statura, e correndo e muovendosi molto, assorbono gli inquinanti in maggior quantità che non gli adulti.

In passato ci si concentrava sugli effetti dei singoli inquinanti (per esempio il benzene ed il piombo), mentre oggi si sta comprendendo come gli inquinanti in realtà interagiscano tra loro per produrre effetti deleteri sulla salute umana. Si comincia in effetti solo ora a capire che gli inquinanti possono avere un effetto sinergico: cioè i loro effetti non si sommano bensì si moltiplicano generando effetti complessi e sconosciuti. Inoltre, gli agenti cancerogeni a basse dosi si combinano tra loro sul lungo termine bio-accumulandosi nei tessuti: sono queste piccole dosi che si sommano gradualmente e implacabilmente interagendo nel tempo. Per questo motivo l'inquinamento dell'aria è stato definito una "pandemia silenziosa".

Agenti inquinanti

Le sostanze inquinanti più diffuse in atmosfera sono il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, il monossido di carbonio, l'ozono, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici, il piombo e le polveri sottili. Senza dimenticare le famose diossine che provengono nella maggior parte dei casi dagli inceneritori - in Italia chiamati eufemisticamente "termovalorizzatori". Ad oggi l'attenzione degli organismi sanitari internazionali è concentrata soprattutto sulle polveri sottili, le diossine, gli ossidi di azoto ed i metalli pesanti .

Le polveri sottili sono una complessa mistura di particelle solido-liquide di sostanze organiche e inorganiche sospese nell'aria, che vengono classificate in quelle di diametro inferiore a 10 milionesimi di metro (PM10) e quelle di diametro inferiore a 2,5 milionesimi di metro (PM2,5). Fino a pochi anni fa non se ne conosceva gli effetti deleteri sulla salute umana.

Le polveri sottili da qualche anno sono considerate come "pro-cancerogeni", addirittura più pericolosi e micidiali dei cancerogeni stessi. Il ruolo letale delle polveri sottili è stato rivelato solo negli ultimi 4 anni: si è infatti scoperto che il PM2,5 svolge la funzione di "veicolo" per gli inquinanti, che accompagna fin dentro i recessi cellulari più intimi. Infatti, avendo il particolato dimensioni simili a quelle dei virus, attraverso l'aria immessa nei polmoni, dagli alveoli passa direttamente nel sangue e di lì arriva fino nel DNA dentro il cuore delle cellule.

Per esempio il benzene, il potente cancerogeno noto da 90 anni, sembra che arrivi, "a cavallo" delle PM2,5, direttamente a contatto del DNA cellulare. Una delle fonti principali di inquinamento da polveri sottili nelle città italiane è il traffico urbano: i veicoli, sopratutto quelli con motori diesel, producono più di un quarto del totale delle emissioni. Il traffico è anche all'origine della metà circa degli ossidi di azoto, del monossido di carbonio e del benzene presenti nell’aria delle città. La fonte primaria degli ossidi di zolfo, invece, è il settore industriale, e soprattutto la produzione di energia, cui si devono i 3/4 del totale delle emissioni




Effetti sulla salute umana

L'obiezione principale agli "allarmismi" da inquinamento atmosferico - come anche riguardo ai veleni contenuti nel cibo che mangiamo - è di solito la seguente: ma la vita media è aumentata in occidente! In termini prettamente anagrafici è vero. Però è anche vero che è diminuita la lunghezza di una vita di qualità. In altre parole si arriva molto avanti nell'età ma ridotti abbastanza male. Aumenta la vita media, ma aumentano le patologie anche in età precoce. Per esempio, le malattie autoimmuni nello scorso secolo sono aumentate dal 2 al 25% in tutto il mondo; mentre negli USA negli ultimi anni c'è stato un incremento del +1200% di Alzheimer.
Grazie al particolato delle città le sostanze inquinanti riescono ad entrare nel cervello umano causando l'Alzheimer e la SLA. Altri effetti delle polveri sottili sono le malattie respiratorie, cardio-vascolari e ischemiche. Un recente studio realizzato dall’OMS ha stimato che nei grandi centri urbani italiani, a causa delle elevate concentrazioni di polveri sottili muoiano oltre 8 mila persone ogni anno.

Il benzene, oltre ai pesticidi che si trovano nel cibo, invece causano la leucemia, che sempre maggiormente colpisce i bambini. In effetti i casi di tumori nei bambini stanno aumentando in maniera esponenziale: per la prima volta questo fenomeno si verifica soprattutto nel primo anno di età. Pare che dipenda dalla esposizione dei genitori agli inquinanti: si assiste cioè ad una amplificazione di un fenomeno imprevedibile. I dati dimostrano che oggi, rispetto al passato, avviene un maggior numero di morti nella culla (le cosiddette morti bianche), cancro, malattie polmonari. E' stata accertata una correlazione tra morti bianche e presenza di polveri sottili nell'aria.

Inoltre, incrementi sicuramente dovuti all'inquinamento, secondo i Medici per l'Ambiente, sono: +14% tumore polmonare, +9% problemi al cuore, +4% morti in generale. In realtà i rischi alla salute sono infinitamente superiori a quelli descritti dagli studi di settore: ci sono sospetti e timori che stia cambiando l'assetto genomico dei bambini.

Gli inquinanti passano attraverso il cordone ombelicale nel feto e vanno ad incidere sul DNA. Il feto, un organismo di per sé molto sensibile, riceve le sostanze inquinanti dall'esterno: queste informazioni "sbagliate" provenienti dall'ambiente esterno vanno ad incidere sulla struttura del DNA. Questo è stato provato recentemente a livello molecolare. In questo caso, gli effetti sulla salute possono rendersi manifesti anche 10, 20, 30 anni dopo.
Si sospetta che queste interferenze sul DNA in età precoce siano probabilmente la causa dell'aumento di casi di malattie respiratorie e oncologiche.

E' anche stato dimostrato che lo sviluppo dei polmoni e del sistema nervoso dei bambini viene depresso dall'inquinamento. L'effetto sullo sviluppo neuropsichico dei bambini è enorme. I bambini e feti sono l'anello debole della catena. Non hanno modo di disintossicarsi. I metalli pesanti rimangono nei tessuti della donna tutta la vita. E' stato provato che il latte materno ormai contiene metalli pesanti e sostanze che interferiscono con il sistema endocrino e immunologico dei feti e bambini. Per esempio, è stato rilevato che il latte delle donne in allattamento che vivono intorno all'inceneritore di Montale, Provincia di Pistoia, contengono diossine in quantità superiore al limite consentito per il latte in vendita al supermercato!
Una ricerca effettuata dall'Università dell'Ohio, pubblicata solo un mese fa, ha accertato che una esposizione prolungata alle polveri sottili può alterare la morfologia dei neuroni, l’umore (arrivando a causare perfino la depressione) e compromettere la cognizione e la memoria.

Come sottolineano i Medici per l'Ambiente, anche se si respirassero gli inquinanti aldisotto delle soglie stabilite per legge in realtà il pericolo rimarrebbe alto perché queste sostanze assunte a basso dosaggio si sommano nel tempo, con effetti che possono essere gravissimi o comunque sconosciuti.

Infatti, gli effetti a lungo termine causati da una esposizione ad inquinanti presenti a concentrazioni relativamente basse non sono ancora completamente chiari; in ogni caso si ritiene che fra i vari effetti vi sia la comparsa di malattie polmonari croniche aspecifiche (come la bronchite cronica, l’asma e l’enfisema), la formazione di varie neoplasie maligne (cancro polmonare, leucemie) ed un aumento della mortalità per malattie cardiovascolari e respiratorie.

Il dato molto allarmante è che sembra che l'esposizione a piccole quantità cancerogene o ionizzanti nel lungo termine è quasi più pericolosa delle esposizioni intense su brevi periodi. In Germania per esempio hanno eseguito studi su comunità che vivono vicino alle centrali nucleari, scoprendo che per vedere gli effetti reali sulla gente bisogna fare studi sull'arco dei decenni. Gli effetti più gravi possono uscire fuori anche dopo tre generazioni.

Tornando all'obiezione sull'allungamento della vita media: gli effetti più gravi dell'inquinamento sulla salute umana potrebbero ancora essere in fase di "incubazione". Non dobbiamo dimenticare che siamo in realtà delle cavie e che gli effetti di cui sopra sono estremamente complessi da comprendere, richiedendo anni di ricerca e fondi cospicui.

La società poi impiega in media una ventina d'anni per metabolizzare e recepire quello che la scienza scopre via via. Quindi, stante la situazione critica, non si può certo escludere che, a causa di questa pandemia silenziosa, le prossime generazioni non comincino a vedersi la vita media ridotta rispetto a quella della attuale generazione e della precedente.

I limiti di legge e le autorità: conflitto d'interesse

Apparirebbe come puro buon senso che i nostri amministratori e governanti applicassero il Principio Precauzionale mentre prendono decisioni su un tema così delicato che riguarda la salute di tutti.

Al contrario, in Italia si assiste inermi ad un superamento continuo della soglia di legge sulle polveri sottili, stabilite a livello europeo e recepite dall'Italia nel 2005. Questo limite sarebbe: non più di 35 giorni di superamento l'anno della concentrazione di 50 microgrammi per metro cubo durante 24 ore (un limite giudicato scadente dai medici e dalle associazioni del settore, perlomeno un compromesso al ribasso). Ebbene, da quando entrato in vigore tale limite viene sistematicamente e impunemente violato nella maggior parte delle città italiane grandi e piccole.

Che Firenze possa rientrare in questo limite, per esempio nell'anno in corso, è soltanto una pia illusione: secondo perUnaltracittà, durante Gennaio 2011, 14 giorni su 16 risultavano già ben oltre la soglia stabilita dalla Comunità Europea. Possiamo quindi ben immaginarci come la soglia di 35 giorni/anno sia stata spazzata via già verso Febbraio. E alla fine dell'anno quante volte sarà stata superata? 150 volte? 250? Cifre da capogiro che danno un'idea della follia in cui viviamo...

Legambiente ha inoltre misurato, indipendentemente dalle agenzie pubbliche preposte, le emissioni di inquinanti nei capoluoghi toscani, percorrendone le vie cittadine, sempre nel Gennaio 2011 (ovviamente i dati delle amministrazioni locali non corrispondono quasi mai con quelli delle associazioni!). I risultati sono apparsi drammatici, completamente aldifuori di qualsiasi soglia europea. Firenze appare come una delle città più inquinate d'Italia: anche all'interno della famosa, quanto inutile, "Zona a Traffico Limitato più estesa d'Europa". Nel 2010 Firenze si è piazzata al ventiquattresimo posto tra le quarantotto città con livelli di polveri sottili aldifuori delle norme europee.

Così lo scorso Novembre, la Commissione Europea ha comunicato la sua decisione finale di deferire l'Italia, insieme a Cipro, Portogallo e Spagna, presso la Corte di Giustizia Europea per il mancato rispetto delle norme comunitarie in materia di qualità dell'aria, durante gli anni recenti. In effetti, dando una occhiata ai dati degli ultimi dieci anni, messi a disposizione dalla Agenzia Regionale per l'Ambiente, ci si accorge che la situazione registrata nel Gennaio 2011 non è una eccezione, ma la scandalosa norma.

Le autorità più che nicchiare sembrano ormai paralizzate di fronte a questa gravissima realtà: nessuna sembra avere il coraggio di fare scelte impopolari ma sagge, richiamandosi al principio che la salute viene prima di tutto. D'altra parte, vista la situazione fuori controllo e di grave rischio, non correrà molto tempo prima che la comodità e la velocità di spostarsi con mezzi privati inquinanti non cominci ad apparire alla cittadinanza più informata ed evoluta, semplicemente come una abitudine di dubbio valore e gusto - se non di vera e propria irresponsabilità civile.

Nel 2006 la Procura della Repubblica di Firenze ha emesso un avviso di garanzia alla giunta Domenici per i livelli fuorilegge dei PM10 a Firenze durante l'anno 2005. Nel Marzo 2010 il pubblico ministero Giulio Monferini al termine della sua requisitoria ha chiesto una condanna a 8 mesi di reclusione per il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e per l'ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici.

Iniziative legali simili si stanno moltiplicando in altre città italiane, senza per ora aver raggiunto alcun esito significativo. Durante la requisitoria Monferini ha argomentato che «a Firenze si poteva fare di più. Occorreva elaborare piani di risanamento che calibrassero le soluzioni in ragione delle variazioni stagionali. In realtà, sono stati messi a punto solo interventi minimali. Così gli amministratori locali sono caduti nello stesso errore per cinque anni. Sembra che tutto sia stato lasciato all’improvvisazione. Come in un gioco delle parti, ognuno doveva dimostrare di fare qualcosa, anche senza raggiungere un risultato».

Infine, dulcis in fundo. Gli studi sull'impatto degli inceneritori sulla salute e l'ambiente sono spesso totalmente inadeguati nel nostro paese. Una delle poche eccezioni fu quella dell'inceneritore di San Donnino, nella piana di Firenze, che fu chiuso anni fa a causa dell'accumulo di diossina nel terreno circostante. Ma troppo spesso, in altre zone, anche vicino a Firenze, le autorità ignorano le richieste da parte delle ASL di chiudere certi inceneritori ritenuti pericolosi per la salute umana.

Conclusione

Il primo dato che salta agli occhi: c'è una enorme disinformazione o mancanza di informazione sull'argomento dell'inquinamento dell'aria in Italia. Di conseguenza manca quasi totalmente la consapevolezza, a livello di opinione pubblica, su cosa rischiamo, in termini di salute, a respirare l'aria delle nostre città.

Il dubbio che io fossi un po' paranoico su questo delicato argomento (è la salute ancora quel bene che viene prima di tutti gli altri, o no?) è stato ampiamente fugato dagli eloquenti dati esposti dai Medici per l'Ambiente. Purtroppo i miei timori e preoccupazioni circa i rischi da esposizione all'aria inquinata della città non solo sono stati confermati, ma si sono rivelati anche troppo tenui rispetto alla gravità della situazione.

E' di fatto una situazione, quella dell'aria nella nostra città (come pure di tante altre città italiane), che appare totalmente fuori controllo. Le autorità sono semplicemente latitanti. Occorre uno sforzo per diffondere capillarmente le corrette informazioni, su basi scientifiche e senza allarmismi infondati, al fine di rendere consapevole la cittadinanza, che a sua volta dovrà fare la dovuta pressione sulla politica (in Italia, purtroppo, sistematicamente indietro rispetto alla società civile, specialmente sulle questioni più importanti). 


Firenze, Agosto 2011










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